TAVOLA ROTONDA SUL "WILDLIFE STRIKE" A RONCHI DEI LEGIONARI
- lu.pe
- 18 giu 2015
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Ronchi dei Legionari (GO) – Non solo volatili. A “minare” la sicurezza dei voli, in tutto il mondo, c’è anche la fauna selvatica che, spesso, si impadronisce delle aree aeroportuali e costituisce una minaccia per atterraggi e decolli. Le “armi” utilizzate sono tante e proprio lo scalo di Ronchi dei Legionari, nel 1985, il primo sul territorio italiano, si è dotato di un suo falconiere. Sulla scia di questo impiego il “Pietro Savorgnan di Brazzà” ha ospitato, nei giorni scorsi, la terza tavola rotonda che ha affrontato proprio il fenomeno del “Wildlife strike”. Obiettivo del convegno, promosso dalla società di gestione, è stato quello di sensibilizzare tutti i soggetti che, in un modo o nell’altro, hanno interesse nei confronti di questa problematica, esponendo le attività che quotidianamente la società di gestione dello scalo ronchese mette in atto per prevenire impatti con volatili ed altra fauna selvatica. Tra queste un posto di primo piano, come detto, spetta sicuramente ai falchi. Dall'alba al tramonto, infatti, da trent’anni è presente allo scalo un falconiere, che, qualora rilevi la presenza di fauna selvatica, interviene per allontanarla e favorire quindi decolli ed atterraggi in sicurezza. Per migliorare e rendere ancora più efficaci le attività della società di gestione è poi di fondamentale importanza la collaborazione del territorio circostante l'aeroporto. Alla tavola rotonda sono state invitate quindi le istituzioni regionali, provinciali e comunali competenti, le riserve di caccia e le riserve faunistiche. La giornata è stata aperta dall'intervento di Alessandro Montemaggiori, ornitologo, che collabora da molti anni con l’Enac, seguito dall'intervento congiunto del direttore operativo, Andrea Sarto e di Daniele Miconi, presidente di “Bird Control Srl”. Paolo Vasca ha poi illustrato nel dettaglio i contenuti del "Progetto Gheppio”, promosso nel 2014 per contrastare in modo attivo ed incruento la presenza crescente di gheppi e rapaci nel sedime aeroportuale. L'ultimo intervento è stato quello di Stefano Filacorda, dell'Università di Udine che, sulla base dei dati di monitoraggio più recenti, ha parlato delle attività che il territorio potrebbe realizzare per supportare quanto realizzato per la gestione della fauna selvatica.
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